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DIBATTITO SUL TELERISCALDAMENTO ALLA TSN DI SELLERO
biomasse... speciali (di Sergio Turetti)
Proponiamo ai lettori di Graffiti il testo l’intervento del vicesindaco di Capo di Ponte, Sergio Turetti, svolto nella serata di mercoledì 2 aprile a Capo di Ponte, durante il dibattito promosso dalla Sinistra Arcobaleno.
La centrale di teleriscaldamento e cogenerazione TSN di Sellero è attiva da anni, fornisce il teleriscaldamento per i paesi di Sellero, Novelle e Cedegolo e produce energia elettrica. Dalla sua nascita ad oggi è sempre stata alimentata a biomassa vergine (cippato di legno), conformemente a quanto previsto in fase di progettazione, realizzazione e autorizzazioni varie.
L’assetto societario di TSN è stato dalla sua nascita fino al 2007 a maggioranza pubblica, con quote del comune di Sellero, dell’Unione dei Comuni della Valsaviore, di Vallecamonica Servizi e altri azionisti minori. Il comune di Sellero ha ottenuto cospicui finanziamenti per la realizzazione della centrale e recentemente anche per ristrutturare un’ex area industriale, ora riconvertita ad area artigianale legata alla filiera del legno per favorire l’insediamento di attività legate alla centrale TSN.
Da qualche anno è nata la società Legno Energia, sempre a maggioranza del comune di Sellero, che ha la funzione di supporto alle attività di stoccaggio, cippatura e movimentazione dei combustibili utilizzati per il funzionamento della centrale TSN. Nel 2007 la Legno Energia, nel silenzio più totale, ha chiesto ed ottenuto dalla Provincia di Brescia l’autorizzazione di “messa in dimora di rifiuti R13” (vuol dire che può movimentare e stoccare sul suo piazzale e nel capannone una svariata gamma di rifiuti). Successivamente TSN ha attivato la richiesta di autorizzazione per la realizzazione di una variante all’impianto con conseguente avvio del procedimento ai sensi della L 241/90 e convocazione conferenza dei servizi (in procedura semplificata, che non prevede Valutazione di Impatto Ambientale e rimane di competenza della Provincia, senza necessità di autorizzazioni regionali). In particolare «l’istanza riguarda una variante sostanziale dell’impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dato che l’impianto produrrà energia elettrica e calore oltre che dalle biomasse vergini anche dalle biomasse derivanti da rifiuti biodegradabili ai sensi dell’art. 12 del DL 387/03».
In pratica TSN chiede di utilizzare come combustibile le seguenti materie prime: scarti vegetali, rifiuti della lavorazione del legno non trattati, rifiuti di fibra tessile, rifiuti della lavorazione del legno trattati, scarti di pulper. Le ultime tre categorie non sono semplicemente rifiuti vegetali non pericolosi, come dicono i vertici di TSN, supportati dai funzionari della Provincia, ma prodotti potenzialmente inquinanti che possono contenere sostanze pericolose (i pulper sono i rifiuti delle cartiere). Nessuna informazione riguardo le procedure intraprese è stata comunicata alla popolazione né è stata divulgata da giornali e tv locali (anzi, c’è la tendenza a liquidare tutto dicendo che si tratta solo di residui di potature e scarti di segherie). Ciò nonostante un dibattito è cresciuto grazie anche all’attivismo di una associazione chiamata AttivaMente Sellero Novelle che ha coinvolto associazioni di tutela ambientale, comuni vicini, enti e giornali.
In seguito all’attivazione della procedura in Provincia il Comune di Capo di Ponte, consapevole delle proprie carenze e della complessità della legislatura in merito, ha cercato un supporto da parte di un esperto ambientale in grado di svolgere una consulenza sulle questioni più tecniche: emissioni, tipologie di rifiuti, obblighi di legge, ecc. Su indicazione di Legambiente Lombardia è stato contattato il Dr Alberto Bergonzi, del Consorzio Nazionale Energie Rinnovabili che ha dato la sua disponibilità.
Nel frattempo, negli ultimi mesi del 2007, si è verificata una sostanziale modifica dell’assetto societario di TSN che è passata da una maggioranza pubblica ad una maggioranza privata, grazie all’acquisto di quote da parte di Artemide Energia, società del gruppo Cofathec Italia, a sua volta facente parte della galassia Gaz de France. Questa società detiene attualmente più del 70% delle quote di TSN ed ha acquisito anche la centrale “gemella” di Collio.
In data 16 febbraio 2008 il comune di Capo di Ponte comunica il proprio parere non favorevole alla Provincia, chiedendo l’avvio di una procedura di VIA [Valutazione di impatto ambientale] e allegando perizia tecnica.
coincidenze... sospette (di Tullio Clementi)
Commentando la recente visita dell’ambasciatore moldavo alla centrale della Tsn di Sellero, Gian Mario Martinazzoli scriveva che, essendo una centrale di «cogenerazione termoelettrica alimentata a biomassa vergine», viene alimentata «principalmente a legna». E perché «principalmente»? Lo si intuisce verso il finale, quando, ricordando la richiesta della Tsn – che «ha messo in allarme un comitato locale preoccupato di eventuali conseguenze negative sulla salute delle persone» – di «poter bruciare quelli che in termine tecnico vengono definiti “rifiuti non pericolosi da biomassa” (presentati semplicemente come «legno proveniente da
segheria»), il commentatore aggiunge che «in ogni caso verrebbe pur sempre bruciato materiale legnoso». Già, un po’ come dire, parlando delle mozzarelle che han tenuto banco nelle scorse settimane, che si trattava pur sempre di prodotti ricavati dal latte di bufala. Pochi giorni prima, leggendo la presentazione del primo numero di “InterValli”, la nuova rivista delle associazioni culturali camune, ci lasciava non poche perplessità la seguente affermazione dell’assessore comunitario alla Cultura, Giancarlo Maculotti: «E sui temi dell’energia, appurato che i nostri boschi non forniscono legna neanche per le stufe di casa, quale sarà il futuro?». Ma come? Giancarlo Maculotti, autore di una delle poche ed apprezzabili ricerche sulla lavorazione del ferro (e sui forni fusori quindi, che notoriamente inghiottono legna come voragini) in Valcamonica, nonché di un altro altrettanto prezioso libro sulla pastorizia, scopre che quegli stessi boschi dai quali, per citare il Catastico di Giovanni Da Lezze (un testo di quattro secoli fa), negli anni d’oro della ferrarezza camuna, «si cavano legne per far carboni di tre sorte, cioè di castagna, di paghera e di romerso», quei boschi che avrebbero fornito legna da ardere all’intera città di Brescia (dopo che «i comuni della Valle erano stati obbligati dal passato regime a cedere il legname a prezzi irrisori») «per più di centomila quintali, ad un prezzo relativamente modesto (150 lire al quintale, legna posta sul luogo)», come scrive l’allora sindaco di Brescia, Guglielmo Ghislandi, oggi, dopo che si sono riappropriati quasi interamente di quelle plaghe “rosicchiate” nei secoli scorsi dall’uomo per ampliare i pascoli e le coltivazioni, quei boschi non sarebbero più in grado di fornire la legna neppure per le stufe di casa?
Non vorremmo scomodare anche il vecchio Giulio Andreotti (per il quale il pensar male era sì peccato, ma aiutava ad “azzeccarci”), tuttavia qualche dubbio sul “chi fa cosa”, e quindi sul perché di queste “coincidenze” giornalistiche rimane anche a noi. Nel frattempo, come abbiamo già scritto altre volte su queste stesse pagine, tonnellate di legna “vergine” marciscono sui boschi della Valsaviore (e non solo, probabilmente) rendendoli sempre più brutti da vedere, ed ancor peggio da transitare.
VALCAMONICA ON-LINE (di Mario Salvetti)
attivamente (http://attivamenteselleronovelle.blogspot.com)
Più che un sito internet vero e proprio, il portale di “AttivaMente Sellero Novelle” è uno spazio gratuito dove gli attivisti dell’associazione inseriscono notizie e commenti sull’attualità del loro comune, ma anche sulla Vallecamonica e su tutto il territorio italiano. Un blog, in pratica, in continuo aggiornamento, molto più dinamico e flessibile rispetto ad un portale strutturato.
L’associazione è nata contro la volontà, manifestata recentemente da parte dei gestori della centrale del teleriscaldamento a biomassa “Tsn”, di bruciare legni trattati, cioè rifiuti speciali ben diversi dal cippato vergine vegetale, per cui inizialmente
era stata concepita e realizzata. Insomma, una sorta di piccolo inceneritore, con tutti i dubbi e le incertezze per le emissioni inquinanti riversate nell’atmosfera. Il blog contiene articoli e notizie sull’ambiente, oltre alle iniziative organizzate sino ad ora sul territorio.
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