presenti) fonti di inquinamento non certo trascurabili. Di certo i metodi attuali per affrontare il problema dei rifiuti contenenti amianto non è efficace e non fa altro che limitare i rischi e, in pratica, spostare il problema. Soluzioni alternative vanno in effetti ricercate, ma sperimentate non certo in zone popolate visto che gli effetti non sono sempre prevedibili e che, anche con la fiducia in tutta la buona volontà ed attenzione, l'imprevisto può sempre accadere.
Al di là del caso specifico su cui si sono già spese tante parole e non serve certo un ulteriore contributo, va sottolineato come la faccenda sia tipica e sintomatica della politica di sviluppo della Val Camonica.
L'impianto stava per essere autorizzato, pare, nel più riservato possibile silenzio. L'interesse dei privati spesso la vince sulle possibili ripercussioni della massa sia nel breve che lungo periodo. La promessa di posti di lavoro, tanti o pochi che siano, fa spesso chiudere un occhio se non entrambi alle locali amministrazioni che sono più propense a vantarsi per il risultato occupazionale che a pensare alle possibili ripercussioni in termini di impatto sulla salute e
l'ambiente: le cause di tali ripercussioni non sono sempre facilmente dimostrabili e comunque spesso lo si farà in seguito, in un futuro cui i nostri non molto lungimiranti amministratori non pensano. Forse a Gianico si registrerà una battuta d'arresto, o forse no, ma la storia insegna, e gli esempi in tutta la Valle sono non indifferenti, alla faccia della sbandierata politica di rilancio del turismo. La Valle sta diventando un ricettacolo di impianti e industrie che non trovano insediamento in altre zone d'Italia. Quando smetteremo di svendere il nostro territorio senza pensare al futuro?
dal BresciaOggi - 02/02/2012 pag.28
Gianico. Proseguono le iniziative per fermare l´impianto di inertizzazione: stasera un incontro sui rischi dell´esposizione
Amianto in Valle, il fronte del «no» a convegno
A Gianico l´impianto di inertizzazione dell´amianto proposto dalla Scabi nell´area industriale di Via Carobe ha messo in movimento cittadini, associazioni, amministrazione comunale e gruppi di opinione. In diversi punti della bassa Valcamonica ancora si stanno raccogliendo firme contro l´insediamento, firme che andranno ad aggiungersi alle settemila già poste in calce alla petizione che chiede alla Regione di dire no a questa operazione industriale.
In attesa del sopralluogo della commissione regionale, incaricata di esprimersi sulla Valutazione di Impatto Ambientale presentata dalla società facente capo ai Bellicini, il Comune di Gianico prosegue le azioni intraprese per informare la popolazione sui rischi legati al trasporto e alla lavorazione. Lo ha fatto convocando un consiglio comunale che, all´unanimità, ha approvato tutta una serie di osservazioni in opposizione al progetto, inviate al Pirellone insieme a tante altre uguali sottoscritte dai Comuni limitrofi. Poi è stata indetta un´assemblea pubblica, nel corso della quale si è entrati nei dettagli del progetto della Scabi e dell´impatto dirompente che avrebbe su un territorio già martoriato dall´industrializzazione. Adesso è la volta di un convegno, che si terrà questa sera alle 20.30, nella biblioteca civica Mondini, e verterà sui «Rischi connessi con l´esposizione all´amianto». A tenere la relazione introduttiva il dottor Maurizio Tondini, primario di Pneumologia dell´ospedale di Esine. «Chi lo conosce lo evita» è il motto che in queste settimane ha guidato tutti quei Camuni che sono contrari all´impianto.
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