(dal BresciaOggi di mercoledi 27 febbraio 2008)
SELLERO. Il circolo camuno di Legambiente teme che in futuro possa essere alimentata con rifiuti nocivi alla salute Centrale a biomassa: allarme sul combustibileLa nuova proprietà Tsn ha chiesto alla Provincia di poter bruciare in futuro anche scarti di «pulper»
Il circolo di Legambiente di Valle Camonica teme che in futuro la centralina a biomassa di Sellero possa essere alimentata con combustibili nocivi alla salute. Per ottenere chiarimenti, Legambiente si è rivolto ad Artemide Energia, SpA che gestisce l’impianto di cogenerazione per conto della controllante Cofathec SpA del gruppo Gaz De France, al sindaco di Sellero Ezio Laini e all’assessore all’Ambiente della Provincia, Enrico Mattinzoli. Il presidente di Legambiente Guido Cenini disapprova la privatizzazione della società Tsn, che era stata costituita come «sostegno economico dei Comuni e della popolazione locale». Cenini si rivolge ai nuovi proprietari chiedendo «una netta presa di posizione per la produzione di energia pulita, che utilizzi solamente cippato vegetale vergine». LEGAMBIENTE stigmatizza l’utilizzo di nuovi prodotti per la combustione, rispetto a quanto indicato dallo statuto originario e chiede alla Provincia «di non approvare richieste in merito alla combustione di rifiuti trattati o comunque contenenti materiali non legnosi e che sia avviata la procedura di valutazione d’impatto ambientale prima di ogni ulteriore approvazione di cambiamento in merito all’attività della centrale biomasse Tsn». Tutto è originato dal mutamento della proprietà della Spa che gestisce la centrale a biomasse (voluta dall’amministrazione di Sellero guidata allora da Bressanelli) che vede la Cofathec Italia detentrice per circa il 70% del pacchetto azionario. «Tsn ha attivato nello scorso anno la richiesta di autorizzazione per la realizzazione di una variante all’impianto - ricorda Cenini - con conseguente avvio del procedimento ai sensi della legge n. 241/90 e convocazione della conferenza dei servizi (in procedura semplificata che non prevede valutazione d’impatto ambientale e rimane di competenza della Provincia). L’istanza riguarda una variante sostanziale dell’impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dato che l’impianto produrrà energia elettrica e calore oltre che da biomasse vergini anche d biomasse derivanti da rifiuti biodegradabili». COSÌ, dice Legambiente, «oltre agli scarti vegetali e ai rifiuti della lavorazione del legno non trattati, la nuova proprietà chiede alla Provincia di utilizzare come combustibili anche i rifiuti di fibra tessile, i rifiuti della lavorazione del legno trattato e gli scarti di pulper (scarti di cartiera derivanti dalla carta da macero costituiti da una miscela di materiali plastici, legno, residui di carta, frammenti di vetro, materiale ghiaioso e metallico, n.d.r.)» Cenini sostiene che «le ultime tre categorie non sono semplicemente rifiuti vegetali non pericolosi ma prodotti potenzialmente inquinanti».
mercoledì 27 febbraio 2008
Meglio tardi che mai...
Luciano Ranzanici
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