« Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale » (Lorenzo Tomatis)

Statuto dell'associazione: http://www.box.net/shared/qiec6uds3c


mercoledì 2 luglio 2008

Solidarietà?

I rifiuti da Napoli a Brescia: dov’è la vera solidarietà?
Brescia, 1/07/2008, COMUNICATO di:
Coordinamento comitati ambientalisti della Lombardia
EnergEtica
AltraBrescia
Gruppo Meetup “Amici di Beppe Grillo di Brescia”
Associazione “Ricomincio da Grillo”
---
È di pochi giorni or sono la notizia che parte dei rifiuti campani verranno intercettati dall’inceneritore di Brescia. Migliaia di tonnellate pronte ad essere inghiottite da un impianto che ha già consolidato la sua capacità di combustione sulle 800.000 tonnellate all’anno di materia.
E pensare che questa solidarietà, nei confronti di una terra violentata in ogni suo anfratto oramai da decenni, qual è la Campania, sembrerebbe quasi meritevole di stima, rispetto. Una disponibilità amorevole, a tratti commovente.
Tuttavia, l’imponente spettacolo rappresentato ad arte dinnanzi ai nostri occhi non è altro che il più classico gioco delle tre carte. Tre carte, per altrettante illusioni.
La prima, quella del “Modello Brescia”, suggerisce che l’inceneritore sia in grado di far progredire in maniera efficace la raccolta differenziata locale. Eppure, dalla costruzione dell’impianto (1998) ad oggi, la r.d. a Brescia è cresciuta di un misero 9%, assestandosi al 35%. Nello stesso periodo, invece, i rifiuti inceneriti sono aumentati del 300%, sintomo di una produzione a monte divenuta quasi inarrestabile. Altrettanto sconcertante è l’entità dei finanziamenti pubblici (CIP6) percepiti dall’azienda fino ad oggi, grazie alla crescente produzione di energia elettrica dai rifiuti: circa 400 milioni di euro, con vergogna sottratti a “norma di legge”, tutta italiana, dal loro ben più auspicabile destino, quello delle vere energie rinnovabili, che ancora stentano a decollare.
Semplici valutazioni già sufficienti, di per sé, a riconsiderare questo “modello” per ciò che in realtà è: il simbolo di una città ultima in Lombardia per differenziata e prima per costo di gestione dei rifiuti e utilizzo di discariche; una città che vanta attualmente il tasso di incenerimento più alto d'Europa e che da anni versa in un’emergenza sanitaria per le emissioni in atmosfera e di gas serra. Brescia non vuole e non deve continuare a fungere da pattumiera d’Italia.
La seconda illusione ci viene dall’emergenza campana. Genera rabbia e sconcerto l’intervista-choc realizzata a Walter Ganapini, assessore all'ambiente della regione Campania, ripresa in un’inchiesta recentemente proposta da RaiNews24. Siti di contenimento non a norma ed altamente inquinanti costruiti negli anni di commissariamento, discariche da tempo ricavate e tuttora inutilizzate, strumenti e macchine mai resi operativi e lasciati a marcire, piani di raccolta differenziata porta a porta mai istituiti ufficialmente. Un devastante ritratto di una "emergenza rifiuti" che perdura, quasi volutamente, nel tempo.
Ne esce una Campania che ha già in sé alcuni importanti mezzi per far fronte alle disperate condizioni in cui versa. Una terra che dovrebbe puntare tutte le sue forze sulla riduzione e sulla differenziazione, per poi procedere con costanza verso la piena applicazione del principio di prossimità e di autosufficienza che è alla base delle politiche ambientali regionali e provinciali di gestione dei rifiuti. Sceglie oggi, invece, di aprire nuove discariche, di costruire nuovi inceneritori, di destinare altrove i propri rifiuti, secondo una politica che a lungo termine ha già prodotto i suoi più disastrosi effetti, dei quali noi stessi siamo complici.
C’è poi la terza illusione, quella della solidarietà. Un atto degno di rispetto, certo. Ma se ostentato al solo scopo di legittimare una pratica insana qual è quella dell’incenerimento, più dispendiosa, inquinante ed energivora rispetto alla riduzione dei rifiuti prodotti e alla raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio, perde tutto il suo immenso valore. La Lombardia e Brescia devono ricevere temporaneamente i rifiuti da Napoli solo se separati accuratamente alla fonte, per tipo, per poterli valorizzare e destinare alle varie filiere del recupero di materia minimizzando impatti ambientali, economici, energetici. A tale scopo devono essere attivate sinergie tra industriali del settore del riciclo, selezione e trattamento meccanico biologico per accorciare i tempi di installazione in territorio campano dell'impiantistica necessaria alla selezione e riciclo in loco del 70% almeno dei rifiuti urbani prodotti, riducendo al minimo la quota da destinare a smaltimento nella regione di produzione.
In ultimo, ben altre dovrebbero essere le solidarietà da ricercarsi. Ad esempio quella del Consorzio Priula, che nel trevigiano raggiunge quota 80% di r.d. su un bacino d’utenza di 200.000 persone (la stessa dimensione di Brescia), tramite la raccolta domiciliare con metodo porta a porta. O quella di Novara, passata dal 50 al 70% di r.d. nell’arco di soli 18 mesi, sempre con raccolta differenziata porta a porta, rimozione dei cassonetti stradali e istituzione di una tariffa puntuale, nel principio di chi meno differenzia più paga. O ancora, si potrebbero citare le esaltanti esperienze del Centro Riciclo Vedelago, anch’esso in provincia di Treviso, che riduce la frazione indifferenziata al minimo essenziale, rendendo eccessive perfino le discariche, o del Comune di Capannori, in provincia di Lucca, primo Comune in Italia ad aver deliberato Rifiuti Zero entro il 2020. O perfino di San Francisco, città statunitense da 800.000 abitanti volata oltre il 70% di raccolta differenziata.
Come si osserva, i veri “modelli” ai quali rivolgersi sono purtroppo fuori dalla nostra città. E prendere spunto da loro farebbe un gran bene anche a Brescia, che con Napoli ha molto in comune.

2 commenti:

The_Riddle ha detto...

http://blog.libero.it/theriddle/

Rifiuti: La Lombardia dice NO

Rifiuti, la Campania ora può fare da sè

Anche i lombardi alla fine hanno detto no al loro smaltimento

Alla fine i rifiuti campani non arriveranno in Lombardia. L’altolà definitivo, che chiude una partita forse nemmeno mai aperta, è arrivato dal leader leghista Umberto Bossi.
Il Senatur l’ha comunicato al Governatore Formigoni che ha incassato il no del Carroccio. La Lombardia non vedrà nessun sacco nero da Napoli e dintorni.
La Lega aveva posto come condizione imprescindibile un ampio consenso da parte di tutte le Regioni attorno all’operazione.
Spiegava bene il ministro leghista Roberto Calderoli: «Per il nostro via libera volevamo l’unanimità di tutti nella Conferenza Stato-Regioni».
Un dato confermato dal collega di partito Davide Boni, capogruppo degli assessori leghisti al Pirellone: «Per accogliere i rifiuti ci vuole la disponibilità di tutti». Sottointeso: i Governatori.
Appunto: un via libera che non è mai arrivato. Di fatto il Carroccio, su esplicita richiesta di Bossi, aveva ipotizzato un atto di solidarietà “a tempo” per risolvere l’emergenza ma solo a fronte di un sì unanime da parte della conferenza Stato-Regioni più una serie di condizioni ben precise: attivazione di un nuovo termovalorizzatore e la riapertura delle discariche.
Dal Piemonte al Veneto fino alla Liguria è stato però un coro di no: «Non siamo la discarica della Campania», è stata la risposta. Insomma, «questa unanimità non c’è», ha preso atto Calderoli.
Ma la chiusura, Lega in testa, ad una possibile “esportazione” dei rifiuti campani non si esaurirebbe nel no delle Regioni. Si fa strada anche un’altra spiegazione.
La situazione a Napoli e Provincia non sarebbe più così critica come alcuni mesi fa.
I lavori della discarica di Chiaiano e del termovalorizzatore di Acerra (pronto a gennaio grazie a Impregilo) vanno avanti a ritmo serrato. E questo, fisiologiche manifestazioni di protesta a parte, è un buon segnale, soprattutto con il caldo estivo che rischia di peggiorare le condizioni sanitarie.
Tradotto: in due mesi di lavoro l’Esecutivo sarebbe a buon punto nel mettere la parola fine alla crisi dello smaltimento della spazzatura, esplosa sotto il Governo Prodi.
La riapertura di alcuni impianti di smaltimento, e la prossima riapertura di altre discariche e l’avvio dei lavori per la realizzazione dei nuovi termovalorizzatori, sta dunque facendo rientrare buona parte dell’emergenza, seppur lentamente. «La situazione è in netto miglioramento. Berlusconi nell’ultimo mese e mezzo è andato a Napoli una volta alla settimana e ha trovato delle soluzioni», ricordava proprio Bossi qualche giorno fa. Insomma secondo il Senatur, da sempre sensibile alla situazione rifiuti in Campania, «le cose vanno meglio».
Bossi è sempre stato chiaro: l’emergenza sta causando un danno d’immagine devastante non solo per la Campania ma per tutto il Paese, turismo in testa». Con i maggiori quotidiani stranieri a fare la corsa nel buttare sulle loro prime pagine le immagini più drammatiche delle città italiane sommerse dai rifiuti.
Un modo come un altro per “rubare” i turisti soprattutto ora con l’ inizio dell’estate e della vacanze. Da qui la scelta del Governo di dare un’accelerata di reni per uscire dalla crisi anche con la convocazione di un tavolo Stato-Regioni per capire se i Governatori erano disposti a farsi in carico di una parte dei rifiuti ma a precise condizioni. Quindi la decisione finale di stoppare l’esportazione visti i buoni risultati che si otterranno con l’apertura delle nuove discariche campane e dell’inizio dei lavori di realizzazione dei termovalorizzatori.
Ma forse per capire come sarebbe finita la querelle sullo spostamento dei rifiuti nelle Regioni bastava ascoltare il capogruppo lumbard in consiglio regionale, Stefano Galli: «Sono tranquillissimo perché sono convinto che alla fine salterà tutto».

Detto e fatto.

Simone Girardin

(articolo tratto da la Padania del 02/07/08)

-------------------------------------------------

Zaia: si prenda esempio dal Veneto

Il problema dei rifiuti di Napoli? «Lo ereditiamo da una cattiva gestione e se non ricordo male sono 14 anni di commissario rifiuti». Parola di Luca Zaia, ex vice-governatore del Veneto oggi ministro dell’Agricoltura. Zaia ricorda che come «Veneto il buon esempio lo abbiamo dato: parla una persona che nel 2000 ha chiuso tutte le discariche nella sua provincia». «Siamo - spiega Zaia, invitando a prendere esempio da Regioni virtuose come il Veneto - in un contesto dove fare una raccolta differenziata al 60 per cento è la normalità. Da noi mai un cittadino getterebbe una bottiglia di vetro nell’umido».

(articolo tratto da laPadania del 02/07/08)

AttivaMente Sellero Novelle ha detto...

"Entro il 23 luglio non ci sarà più spazzatura nelle strade della Campania. Ho avuto la conferma che il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e la Puglia hanno accettato di smaltire i rifiuti di Napoli. Anche la Lega ha dato il suo assenso" (Silvio Berlusconi, da Repubblica del 7 luglio '08).