« Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale » (Lorenzo Tomatis)

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lunedì 10 settembre 2007

La coerenza, questa sconosciuta

L’ipocrosia che si toglie la maschera, Villa Contarini (VE)

CoerenteMente
La coerenza, questa sconosciuta
ovvero fra le righe di recenti dichiarazioni

(*) ”Bressanelli rassicura: la centrale a biomasse di Sellero brucia solo legno”, Gian Mario Martinazzoli, Giornale di Brescia, 27 luglio 2007, pag.21.

Bressanelli Giampiero, Presidente della TSN, afferma nel titolo dell’articolo(*) che “la centrale a biomasse di Sellero brucia solo legno” rassicurando quanti si erano preoccupati per le voci sulla possibile conversione a Cdr (ovvero, Combustibile Da Rifiuti). Bene! Allora le voci o erano infondate (meglio così!) o perlomeno sono rientrate! Molto bene!
Ma subito dopo lo stesso Giampiero afferma “la centrale viene alimentata principalmente a legna” e passiamo da un “solo legno” ad un “principalmente a legna” non chiarendo quanto altro venga effettivamente bruciato. Quindi bene, ma forse un po’ meno bene… ma sarà solamente una banale svista.
Ed ecco che Giampiero incalza con “Possiamo bruciare solo biomassa vergine”. Quindi siamo già passati da “solo legno”, a “principalmente legna” ed ora a “biomassa vergine”. Ma biomassa non è equivalente a legna. Per chiarezza va riportato che “le fonti di energia da biomassa sono costituite dalle sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibile per la produzione di energia. Alcune fonti come la legna non necessitano di subire trattamenti, altre, come gli scarti vegetali o i rifiuti urbani, devono essere processate in un digestore”. Benino, o forse è più appropriato dire: maluccio!
Ma credete che il nostro Giampiero si fermi qua? Ma no, non sia mai! Giampiero afferma: “non abbiamo nessuna intenzione di perdere un milione e 800mila euro di contributo annuo andando al di là di quanto prevede il protocollo che abbiamo sottoscritto impegnandoci a rispettarlo in tutto per altri diciannove anni ancora” salvo prontamente smentirsi nel riconoscere che “è in corso la domanda alla Provincia per poter bruciare rifiuti non pericolosi da biomassa”. Altro doveroso riassunto delle affermazioni contenute in un articolo di poche righe: si passa dal “solo legno”, al “principalmente legna”, al “biomassa vergine” ed infine al “rifiuti non pericolosi da biomassa”. E sinceramente speriamo ci si fermi qua! Comunque, come affermato, ci si sta muovendo per poter bruciare anche “legno” trattato. Il legno può essere trattato meccanicamente (ma nel caso non si richiederebbe nessuna domanda in Provincia) oppure tramite processi differenti. Tanto per fare un esempio, il legno può essere trattato con colle, solventi, vernici, impregnanti ed altre sostanze chimiche o plastiche, in quantità non controllabili. Ad esempio i citati “bancali” sono trattati con aggiunta di additivi chimici.
Inoltre, senza voler trarre nessuna conclusione va ricordato come, da normativa, nei rifiuti non pericolosi da biomassa rientri anche il Cdr. Quindi molto male, siamo al punto di partenza!
Una domanda: quanti cittadini sono stati informati e portati a conoscenza ed hanno visionato il protocollo sottoscritto dalla TSN e la domanda in Provincia?
Insomma: tante rassicurazioni, poca chiarezza e nessuna coerenza!

Centri Diurni Anziani

InformAttivaMente
Centri Diurni Anziani

Finalità:
- offrire un punto di riferimento capace di fornire prestazioni assistenziali, relazionali e sanitarie alle persone anziane in situazione di non autonomia o di parziale non autosufficienza che non possono più essere interamente seguite dal nucleo familiare o dai servizi domiciliari (se esistenti) ma per le quali risulta improprio/prematuro il ricovero in strutture ospedaliere o residenziali;
- mantenere o migliorare il livello dell’autonomia e della qualità di vita delle persone anziane attraverso prestazioni integrate a carattere assistenziale e sanitario;
- fornire un supporto concreto ai nuclei familiari dove c’è la presenza di una persona anziana con bisogni assistenziali;
- stimolare la collaborazione tra sinergie tra gli enti e gli organismi no profit presenti sul territorio nell’ottica di offrire una risposta integrata ai bisogni della popolazione anziana;
- recuperare e rendere fruibile per uno scopo di particolare rilevanza sociale il patrimonio immobiliare di cui siano proprietari enti pubblici, enti senza fine di lucro e cooperative sociali;

Necessità:
- immobili adeguati e accessibili;
- personale informato e qualificato;
- aiuto e collaborazione da parte delle istituzioni.

IN AIUTO AGLI ANZIANI A CASA
Il desiderio di chi è anziano è di rimanere nella sua casa; gli anziani vivono, guariscono, reagiscono meglio alla malattia, all’invalidità (nei casi più difficili) nella loro casa. Invece si assiste a un repertino peggioramento sia fisico che mentale se costretti a ricoveri in strutture.
Difficilmente riescono a sopportare il distacco dal proprio ambiente familiare, dagli oggetti e dai ricordi che li collegano a tutta la loro vita.
Un servizio agli anziani servirebbe e salvaguardare i loro diritti mantenendo integra la loro personalità.
Per molti anziani la loro non autosufficienza arriva repentina ed è difficile organizzare la vita facendo fronte alle loro nuove esigenze; anche le famiglie che si trovano impreparate si trovano sole senza nessun aiuto o consiglio, e si vedono costrette come unica soluzione al ricorrere a strutture organizzate in merito, non sentendo la volontà dell’anziano di restare a casa loro.
Si propone di rispondere ai problemi di anziani che, per l’età avanzata, il ridotto grado di autonomia, la presenza di patologie, gli sfratti, i conflitti familiari e la poca stabilità economica son mancati.
La carenza di servizi operanti sul territorio, quali l’assistenza domiciliare e le ridotte risorse sociali ed economiche di molti anziani rendono spesso difficile la permanenza nella loro casa e si vede sopraggiungere la non autosufficienza fisica e mentale.
Un obiettivo principale dovrebbe essere aiutarli a restare nel loro ambiente, attraverso programmi personalizzati che mettano in comunicazione tutte le risorse sociali, fisiche ed economiche utilizzate a vantaggio del singolo anziano, realizzando così con una concreta sinergia un alternativa al ricovero.
Spesso è proprio la mancanza di prospettive diverse, di informazione, di coordinamento oppure l’assenza di uno sforzo diretto e voluto ad attivare le risorse esistenti.
Per questo è essenziale il riferimento per l’anziano e la sua famiglia a cui rivolgersi per chiedere indicazioni e consigli.

ASSISTENZA DOMICILIARE
Un impegno potrebbe essere l’assistenza domiciliare per migliorare complessivamente la qualità della vita e per contrastare i ricorsi alle istituzioni.
Nelle visite a domicilio, più o meno frequenti a secondo del bisogno, si aiuta l’anziano nei problemi della vita quotidiana, nella cura della persona e nel mantenimento significativo delle relazioni sociali e affettive.
E’ chiaro che questo vuol dire innanzi tutto intervenire per rispondere ai bisogni primari, quelli legati alla stessa sopravvivenza. Priorità è la cura della persona, il controllo dello stato di salute. L’attenzione alla salute è tesa a prevenire l’invalidità e la non autosufficienza, ad evitare l’aggravarsi della malattia e a promuovere il benessere fisico, psichico e sociale degli anziani.
Servizi potrebbero essere:
- misurazione della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca, della temperatura corporea;
- controllo glicemico;
- controllo e somministrazione delle terapie;
- controllo della dieta alimentare;
- prevenzione delle piaghe (nei casi più particolari);
- corretto posizionamento e recupero delle funzionalità degli arti nei malati costretti a letto;
- mobilizzazione dei malati costretti a letto;
- igiene personale e cura della persona;
-
sostegno nelle attività della vita quotidiana (vestirsi, cucinare, alzarsi, comunicare);
- contatti con il medico di base, con gli specialisti, con i medici ospedalieri;
- cura dell’abitazione;
- disbrigo di pratiche amministrative;
- accompagnamento al ritiro della pensione;
- contatti con parenti, amici, vicini.

Le cure domiciliari si potrebbero definire come una modalità di assistenza sanitaria e sociale erogata a domicilio del paziente in modo continuo ed integrato, inserendo in modo integrato e continuo le cure dei medici e di altri specialisti.
L’assistenza infermieristica domiciliare può essere di natura tecnica (preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa), relazionale, educativa.
Le cure domiciliari attualmente presenti sono:
- S.I.D: servizio infermieristico domiciliare;

- A.D.I : assistenza domiciliare integrata (visite del medico di famiglia-assistenza infermieristica- assistenza alla persona- ausili-farmaci- materiale di medicazione-trasporto);
- A.D.I – U.O.C.P. ADI con unità operative di cure palliative;
- A.D.P: assistenza domiciliare programmata;
- LUNGA ASSISTENZA: assistenza lunga durata e bassa intesità;

Per usufruire dell’assistenza domiciliare è necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia o ai servizi distrettuali di cure domiciliari.
Inoltre i Comuni sono convenzionati con le Comunità Montane per i servizi sociali che forniscono assistenza in base alle persone e viene chiamata S.A.D. (Servizio Assistenza Domiciliare).

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