« Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale » (Lorenzo Tomatis)

Statuto dell'associazione: http://www.box.net/shared/qiec6uds3c


lunedì 28 aprile 2008

The show must go on

Diamo un occhio al provvedimento n. 1189 emesso dalla Provincia il 18/03/08 in cui si autorizza la TSN alla combustione di rifiuti. Riportiamo l’elenco dei "Rifiuti non pericolosi conferiti all'impianto", cioè quanto potrà essere allegramente bruciato nei forni della TSN e di cui gran parte della popolazione è all’oscuro o, semplicemente, preferisce non vedere… Segue un breve commento con dei dettagli sui tipi di materiali considerati. I valori numerici indicano il codice CER a cui si fa riferimento.

  • (020103) Scarti da tessuti vegetali e (020107) Rifiuti da silvicultura
    Non ci sarebbe nulla di male, se non, ad essere pignoli (ma concedetecelo) che i vari scarti dall'agricoltuta possono essere stati trattati con varie sostanze chimiche (ad esempio antiparassitari)...
  • (020704) Scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione
    Qua la voce non è chiara: consumo e trasformazione di cosa? Da normativa si fa riferimento a "Rifiuti della preparazione e del trattamento di frutta, vegetali, cereali, oli alimentari, cacao, caffè, tè e tabacco; della produzione di conserve alimentari; della produzione di lievito ed estratto di lievito; della preparazione e fermentazione di melassa"
    Ma... stiamo sempre parlando della rinomata filiera del legno??? Bah… qua non è ben chiaro a cosa si stia mirando, ma i nostri Sindaci lo sapranno bene visto che han dato il loro assenso…
  • (030101) Scarti di corteccia e sughero e (030301) Scarti di corteccia e legno
    Niente da eccepire se si tratta di scarti trattati solo meccanicamente, ma la normativa non accenna al trattamento subito. Non ci resta che stare sulla fiducia...
  • (030105) Segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 030104
    E' qua compresa tutta una serie di materiali escludendo quanti descritti nella voce "a specchio" con codice 030104 che comprende "segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci contenenti sostanze pericolose". Il problema è che, con tutta la buona volontà, il semplice controllo visivo previsto dalla TSN non può minimamente garantire di non bruciare sostanze pericolose eventualmente contenute. L'unica strada percorribile, tecnicamente, sarebbe quella di analizzare ogni singolo campione prima di poterlo bruciare, ma chiaramente non è un'ipotesi praticamente realizzabile. Ci tocca sperare che tutto il ciclo dal fornitore alla combustione avvenga correttamente e che nessuno, volutamente per interesse o sbadatamente per sbaglio, porti alla combustione delle più disparate sostanze chimiche. Insomma, speriamo bene...
  • (150103) Imballaggi in legno
    Di imballaggi in legno ne esistono dei più disparati. Alcuni sono trattati chimicamente con sostanze nocive o semplicemente sono state contaminate dai materiali imballati e fuoriusciti. Anche qua la TSN prevede una semplice cernita visiva: vale quanto al punto precedente.
  • (200138) Legno diverso da quello di cui alla voce 200137
    Ancora un codice “a specchio”: nella voce 200137 sono raggruppati tutti i legni contenenti sostanze pericolose. Come ai punti precedenti: il semplice controllo visivo è insufficiente per una scelta certa e sicura.
  • (030307) Scarti di separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone
    Questa è una delle voci più critiche: il processo di macero della carta comporta l'impiego di cloro per lo sbiancamento della stessa. Il cloro, contenuto con altre disparate sostanze chimiche potenzialmente pericolose, una volta portato a combustione dà origine a diossina. E' scientificamente dimostrato che la combustione di tali materiali può essere causa di forme tumorali e di altre patologie. Ad una Conferenza dei Servizi il Vicesindaco di Capodiponte ha espressamente chiesto al Nostro Sindaco ed al Presidente della TSN di togliere questa voce e quella relativa ai legni trattati dalla richiesta di autorizzazione: inutilmente...
  • (030310) Scarti di fibre e fanghi contenenti fibre riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione meccanica
    Andando a spulciare la normativa si chiarisce che si fa riferimento a "Rifiuti prodotti dagli impianti per il trattamento delle acque reflue, non specificati altrimenti". Rifiuti prodotti nel trattamento di acque reflue dal processo di macero di carta e cartone: vale quanto al punto precedente e c’è poco da star tranquilli…
  • (040221) Rifiuti di fibre tessili grezze
    Si tratta di rifiuti dall'industria tessile che comprendono fibre tessili di origine vegetale, ma anche animale e chimico. Possono quindi finire nel calderone le più disparate sostanze e, ancora una volta, non ci resta che stare sulla fiducia... Di nuovo, ma che c'entra con la Filiera del Legno??? Battuta scontata: che sia il solito fumo negli occhi?
  • (170201) Legno
    Evvabè, almeno questo concediamoglielo, mica possiamo dire di no a tutto...

Su domanda diretta, il Presidente della TSN ha affermato che verranno intensificati i controlli ed utilizzati più filtri. Purtroppo i filtri a manica in uso non sono in grado di intercettare le varie sostanze, alcune particolarmente pericolose, che vengono generate nel processo di combustione dei materiali sopra elencati. Anzi, tecnicamente non esistono filtri in grado di bloccare le nanoparticelle più piccole (e più nocive). Quindi possiamo intensificare i controlli ed il numero di filtri finchè vogliamo, ma non otterremo mai l’effetto desiderato. Ma supponiamo di sbagliarci e che la TSN ci stupisca inventando la soluzione per filtrare tutte le sostanze più pericolose e cancerogene, poi che ne facciamo dei filtri così inquinati? Attualmente finiscono in apposite discariche per rifiuti pericolosi: in pratica non facciamo altro che spostare il problema da qui a là, ma senza risolverlo ed affrontarlo… Cosa facciamo, buttiamo tutto nel Vesuvio (come da “sparata” nel corso della trasmissione “La Corrida”)?

Nel citato provvedimento di autorizzazione, la Provincia afferma che la TSN "prima di poter esercitare l'attività [...] dovrà espletare la procedura di verifica di assoggettabilità alla VIA ed eventualmente la VIA". Qua la normativa parla chiaro e la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) è obbligatoria: personalmente sono proprio curioso di vedere se e come sarà possibile interpretare la legge invece che applicarla...

Concludendo, va ricordato, a chi ha la memoria corta, che la TSN era nata ed è stata finanziata con soldi pubblici per bruciare biomasse vergini… The show must go on (lo spettacolo deve continuare) sotto gli occhi ben chiusi ed i nasi ben turati dei valligiani. Ma statevene pure tranquilli e fidatevi delle rassicurazioni di chi ha interessi economici nella faccenda e, a quanto pare, se ne straciccia della salute e dell'ambiente...

mercoledì 23 aprile 2008

Amici di Raphael

Si segnalano due eventi organizzati dall'associazione Amici di Raphael:
  • Messaggi in musica (2 maggio, Pescarzo di Capodiponte)
  • A spasso nella storia (22 giugno, Sellero)



martedì 22 aprile 2008

Cenere sei e cenere diventerai

Ecco come vengono smaltite le ceneri derivate dalla combustione delle biomasse (per ora...) da parte della TSN.
La normativa impone vincoli sul trattamento delle ceneri che non stiamo qua a riportare ma che devono impedire infiltrazioni nel sottosuolo e dispersioni nell'ambiente: tutte le precauzioni obbligatorie per legge sono state certamente attese e ben celate per minimizzare l'impatto visivo...

lunedì 21 aprile 2008

Segnali di fumo... da Pieve di Teco (Imperia)

Riportiamo un articolo dal Secolo XIX Imperia del 18 aprile 2008 relativo alla questione della locale Centrale a Biomasse, anch'essa controllata dalla Artemide come la nostra TSN (ehm, forse più corretto dire la "loro" TSN... ). Non passa inosservato come la vicenda sia caratterizzata da varie (presunte) irregolarità, ora al vaglio della magistratura.

Centrale a biomasse, Finanza in Comune
Una nutrita documentazione relativa alla costruzione della centrale a biomasse di Pieve di Teco è stata acquisita dai finanzieri della squadra di polizia giudiziaria della Procura di Imperia.
Due magistrati, i Pm Filippo Maffeo e Maria Paola Marrali, hanno avviato distinte indagini che hanno come oggetto l’impianto in fase di realizzazione nel capoluogo della valle Arroscia e gli uomini delle fiamme gialle hanno salito le scale della sede municipale, sotto i portici di via Ponzone a Pieve, per prelevare gli incartamenti che andranno ad aumentare i fascicoli aperti dalla magistratura imperiese.
Uno, in capo al dottor Maffeo, è conseguente alle segnalazioni da parte del commissario prefettizio che ha retto le sorti del comune sino a domenica scorsa, l’altro di cui è titolare la dottoressa Marrali, sollecitato da un esposto del comitato contro la centrale.
La centrale a biomasse che ha decretato la caduta della precedente amministrazione (sindaco Delfino, vice Brunengo), infiammato l’ultima campagna elettorale e premiato la lista “Insieme per cambiare” di Alessandro Alessandri che ha aggregato candidati di origine politica diversa, persino antitetica, ma tutti decisi ad opporsi alla costruzione dell’impianto, è dunque ancora al centro della scena non solo politico-amministrativa, ma anche giudiziaria.
L’intervento della magistratura è solo l’ultimo in ordine di tempo. In precedenza sia il consiglio provinciale, sia quello regionale hanno voluto verificare la conformità tra il progetto approvato e finanziato con quanto eseguito a Pieve.
Adesso sotto le lente dei due sostituti procuratori imperiesi passeranno progetti e autorizzazioni, licenze e piani finanziari.
Diversi gli interrogativi ai quali la Guardia di Finanza tenterà di dare risposte: intanto se eventuali utili di gestione dell’impianto potranno giustificarne la realizzazione che comporta un costo che si aggira sui nove milioni di euro di cui tre ottenuti tramite finanziamento pubblico.
In altre parole: la resa giustifica l’investimento che per il privato comporta un esborso di 6 milioni di euro? Se così non fosse che senso avrebbe costruire ’impianto considerando tra l’altro che la materia prima in loco è assolutamente carente per alimentare la centrale che dovrebbe bruciare esclusivamente legna vergine. La preoccupazione dei pievesi infatti è sempre stata quella della futura trasformazione in inceneritore della costruenda centrale. Preoccupazione cresciuta di pari passo con la questione dei rifiuti napoletani e con l’esaurimento delle discariche della provincia di Imperia che funzionato tutte in regime di proroga.
Il lavoro della squadra di polizia giudiziaria e quello dei due magistrati dovrà far luce su questi ed altri aspetti dell’intricato iter approvativo al centro della protesta degli abitanti di Pieve di Teco la maggior parte dei quali con il voto di domenica scorsa ha voluto ribadire la propria contrarietà alla costruzione dell’impianto a biomasse.

venerdì 18 aprile 2008

Obiettivo Zero


Obiettivo zero: la riduzione dei rifiuti prima di tutto

Per chi vuole saperne di più ed in particolare per tutti i piromani, ecco qua un convegno in cui esperti del settore spiegano come esitono valide alternative alla follia dell'incenerimento dei rifiuti.



giovedì 17 aprile 2008

Nastrini

Da qualche settimana lo stoccaggio delle ceneri prodotte dalla TSN e sito presso la Legno Energia in Scianica è stata messa sotto sequestro.
Si ricorda che, da autorizzazione della Provincia ma anche solo con un minimo di buon senso, le ceneri devono essere stoccate in modo da impedire eventuali infiltrazioni nel sottosuolo, ad esempio nelle falde acquifere, e dispersioni nell'aria. Tradotto, le ceneri vanno protette dagli agenti atmosferici e poste su un opportuno basamento. Si sottolinea infine che non possono essere utilizzate in agricoltura.
Staremo a vedere se e quali responsabilità e/o irregolarità saranno accertate e gli esiti di una vicenda che, se non preoccupa i Nostri Signori Sindaci (fra l'altro penalmente responsabili per salute ed ambiente), non può e non deve lasciare indifferenti gli abitanti della zona...

martedì 15 aprile 2008

Elezioni Politiche 2008

Seguono i risultati (non ufficiali) delle Elezioni Politiche 2008 per Sellero e Novelle.
  • Camera dei Deputati:


  • Senato della Repubblica:


N.2 elettori, per protesta, han rifiutato le schede sia della Camera che del Senato.

giovedì 10 aprile 2008

Segnali di fumo... da Forlì


Il tumore di nostro figlio? Colpa degli inceneritori
Bambino con cancro: inceneritori in tribunale!
Dopo gli esposti, il Tribunale di Forlì nomina i periti
mercoledì 9 aprile 2008 di Redazione Ambiente
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Un bambino di 11 anni, vive accanto ad un inceneritore, ha un tumore maligno. Tra colpi di perizie, dopo un esposto di associazioni di ambientalisti ed un comitato di genitori, del fattaccio si occupa ora la magistratura.
Anzi gli inceneritori sono due, a poca distanza l’uno dall’altra. Gli impianti di Forlì sono da tempo nel mirino degli ambientalisti. Non a caso è proprio da quella città che è partita la crociata dei medici per l’ambiente.
Certo la decina dei cittadini che abitano vicino agli ampianti non speravano che la vicenda assumesse quel clamore sui giornali. Ma le associazioni che lottano contro il raddoppio delle linee di produzione (WWf Forlì e Clan-Destino) hanno colto la palla al balzo ed ecco ora indagati i responsabili degli impianti di Hera, Claudio Draghi ed Enzo Mengozzi. La vicenda è ora al confronto con i periti per l’incidente probatorio. I cittadini sono difesi da due medici oncologici.
L’azienda è tranquilla, dicono alla Hera. I parametri sono rispettati. Sorge sempre il sospetto che sia la legge sbagliata che ha fissato questi parametri.
Perchè se si riuscirà a dimostrare il nesso causale di questi impianti, dovremo ridiscutere tutto. Per fortuna il bambino sta meglio. Ma il principio di precauzione, che per gli industriali italiani, appare una bestemmia. dovrebbe essere applicato proprio a partire dall’infanzia, la più esposta ai danni ambientali.
Questi strumenti usati per distruggere scorie e rifiuti sono costati all’Italia la condanna dell’Europa, per averli messi in piedi senza valutazione di impatto ambientale. Nella faciloneria tutta italiota, prima si costruisce e poi si vede.
Domenica e lunedi si vota. Ma quei partiti che hanno messo nel programma di governo l’incenerimento come strategia, anziché polemizzare sulle schede elettorali se siano sbagliate o meno, dovrebbero riflettere, se non abbiano invece sbagliato, immaginando un futuro pieno di camini.
E se pensano ai loro nipoti.

martedì 8 aprile 2008

Segnali di fumo... da oltremanica

Incenerire brucia la responsabilità
Rapporto medico da oltremanica
Juliet Duff, Irish Doctors Environmental Association (IDEA)
traduzione di Roberto Topino*
www.osservatoriosullalegalita.org
L’incenerimento è un argomento di attualità in Irlanda dal momento che il nostro governo sta portando avanti dei piani finalizzati alla realizzazione di numerosi inceneritori sul nostro territorio per affrontare il problema dei rifiuti. La storia ha dimostrato che occorrono decine di anni per identificare gli effetti sulla salute di procedure che portano ad un aumento dei composti chimici nell’ambiente. Più volte i primi segnali di avvertimento sono stati ignorati e di seguito si sono rivelati ben più importanti di quanto si potesse ipotizzare all’inizio. Oltre alle ben note premature rassicurazioni date in passato circa l’utilizzo di pesticidi tossici come il DDT, era anche inattesa la scoperta che la maggiore fonte di contaminazione da diossina negli alimenti fosse negli inceneritori di vecchia generazione nel Regno Unito. Per queste ragioni, la British Society for Ecological Medicine ha recentemente pubblicato un rapporto sugli effetti sulla salute provocati dagli inceneritori di rifiuti. Nella loro introduzione, i medici inglesi spiegano che lo scopo del loro lavoro è quello di esaminare ogni evidenza al fine di ottenere una valutazione equilibrata di quali potranno essere i rischi per la salute collegati agli inceneritori di nuova e futura generazione.
L’incenerimento non risolve il problema dei rifiuti, ma si limita a ridurne la quantità approssimativamente al 30-50% della loro massa originale, che viene trasformata in una cenere che contiene una concentrazione di alcune delle sostanze più tossiche, come le diossine e i metalli pesanti. Lo smaltimento in sicurezza di questi rifiuti tossici è molto problematico per via degli inquinanti che filtrano dalle discariche, raggiungono le falde e contaminano l’acqua in un modo che viene considerato praticamente irrimediabile.
La Commissione Europea ha dichiarato che questa potrebbe essere in futuro una delle sorgenti più importanti di diossine. Bisogna tenere presente anche il rischio di incidenti durante il trasporto di queste ceneri tossiche verso i siti di interramento. Gli inceneritori rilasciano centinaia di sostanze chimiche tossiche nell’atmosfera durante la combustione dei rifiuti. Poche sono le conoscenze circa i rischi di molte di queste sostanze, particolarmente quando sono combinate fra loro. L’esatta composizione delle emissioni di un inceneritore è difficile da valutare e dipende da cosa viene bruciato, dall’efficienza dell’impianto di incenerimento e dalla disponibilità di sistemi di abbattimento degli inquinanti. Siccome la natura chimica dei rifiuti è variabile, la potenzialità di effetti nocivi delle emissioni degli inceneritori è molto difficile da valutare.
In termini di effetti sulla salute, alcuni dei più importanti costituenti delle emissioni sono i materiali particolati, i metalli pesanti e i prodotti della combustione delle sostanze chimiche sintetiche. Il materiale particolato (PM) è una complessa miscela di particelle organiche ed inorganiche, che possono essere sospese nell’aria in forma solida, liquida o entrambe. C’è una vasta documentazione, in costante aumento, che evidenzia i danni alla salute dei materiali particolati trovati nelle emissioni degli inceneritori. Ricerche fatte a Bonn nel 2004 a cura della WHO European Centre for Environment and Health, hanno portato ai seguenti risultati. Il materiale particolato (PM) aumenta il rischio di morte respiratoria nei bambini di età inferiore ad un anno, danneggia lo sviluppo della funzionalità polmonare, aggrava l’asma e causa patologie respiratorie di tipo bronchitico nei bambini. Il PM 2,5 danneggia seriamente la salute, aumentando i decessi da accidenti cardiovascolari, da malattie respiratorie e da tumori polmonari. L’aumento della concentrazione di PM 2,5 aumenta il numero di accessi al pronto soccorso per cause cardiovascolari e respiratorie. Il PM 10 determina un aumento delle patologie respiratorie, come indicato dal numero di ricoveri per malattie dell’apparato respiratorio (Rapporto WHO, 2005; 2). In tema di metalli pesanti, vari metalli trovati nelle emissioni e nelle ceneri prodotte dagli inceneritori, sono conosciuti o sospetti come cancerogeni. Queste tossine, nel tempo, si accumulano nel nostro organismo. Nei bambini sono state correlate con varie patologie tra cui l’autismo, la dislessia, le allergie, i comportamenti impulsivi, i deficit di attenzione, i disturbi da iperattività, le difficoltà di apprendimento, la diminuzione dell’intelligenza e l’aggressività. Gli adulti esposti a particolato hanno dimostrato maggiori livelli di violenza, demenza e depressione rispetto ai non esposti. Il particolato è stato correlato anche con il morbo di Parkinson. L’inalazione di alcuni tipi di particelle, come nichel, berillio, cromo, cadmio ed arsenico, aumenta il rischio di cancro del polmone. Il mercurio, che è uno dei metalli più pericolosi, è neurotossico ed è implicato nelle difficoltà di apprendimento, nell’iperattività e nella malattia di Alzheimer. Il rapporto ha anche riscontrato che un notevole numero di tossine emesse da un inceneritore può causare danni al sistema immunitario. Si pensa attualmente che l’effetto sinergico della combinazione di varie tossine possa determinare un danno immunitario maggiore rispetto a quello prodotto dai singoli inquinanti [n.d.t.: in farmacologia questo effetto viene definito sinergismo con potenziamento].
Molte di queste sostanze chimiche sono solubili nei grassi e possono accumularsi nei nostri organi e nei nostri tessuti. Queste sostanze sono particolarmente pericolose per i bambini non ancora nati, perché molte di queste tossine sono trasmesse attivamente al feto attraverso la placenta materna, per un errore dell’organismo, che le scambia per minerali essenziali. Fino alle ultime fasi della gravidanza, gli unici tessuti grassi del feto sono nel sistema nervoso ed in particolare nel cervello, dove queste pericolose sostanze possono accumularsi.
Il National Research Council fu istituito per informare il governo degli Stati Uniti sulla quantità di popolazione che sarebbe stata esposta ai rischi per la salute causati dagli inceneritori. La conclusione fu che gli inquinanti persistenti nell’aria, come diossine, furani e mercurio, possono essere dispersi su vaste regioni, ben oltre le aree locali e persino nelle nazioni confinanti. Il cibo inquinato da un inceneritore può essere consumato sia da persone del posto che da persone che abitano molto lontano, per via dei trasporti degli alimenti a mercati, che si possono trovare anche a grande distanza dal luogo di produzione. In ogni caso, le popolazioni distanti sono verosimilmente più esposte a causa dei trasporti a lungo raggio, piuttosto che dalla deposizione di inquinanti su cibi coltivati in posti lontani da inceneritori (B.S.E.M.report,2005;34).
Valutando gli impianti moderni, che causano un minore inquinamento, gli studiosi hanno rilevato che le ceneri risultano più tossiche e vengono più facilmente trasportate dal vento. Questo è un fatto di importanza cruciale, perché non ci sono ancora metodi adeguati per trattare queste ceneri volanti ed è noto che sono scarsi i regolamenti in materia. Il costo dell’incenerimento è enorme, non solo per il costo della lavorazione, che è già molto alto, ma anche in termini di danni alla salute e all’ambiente, che possono costare cifre molto alte a carico della collettività.
E’ stato esattamente per questo tipo di situazioni di rischio che il Principio di Precauzione è stato introdotto nelle leggi nazionali ed internazionali. Un recente riesame degli effetti sulla salute causati dagli inceneritori ha riscontrato una correlazione positiva con la comparsa di tumori e di malformazioni congenite. In base alle evidenze presentate in questo rapporto, si direbbe che la realizzazione di inceneritori di rifiuti urbani non sia soltanto una contravvenzione al Principio di Precauzione, ma anche una possibile violazione delle leggi Europee. Infine, gli autori del rapporto notano che a fronte di questi risultati e delle difficoltà nella ricerca delle cause del cancro e di altre malattie croniche, è oggetto di considerevole preoccupazione il fatto che gli inceneritori sono stati realizzati senza un esauriente sistema di studio degli effetti sulla salute e che altri impianti sono in programma senza un adeguato monitoraggio delle emissioni e dello stato di salute delle popolazioni locali (B.S.E.M. report, 2005; 21). Come fa notare il Professor C. V. Howard del Centre for Molecular Biosciences, University of Ulster, nella sua prefazione del rapporto, l’incenerimento distrugge le responsabilità ed incoraggia le industrie a continuare a produrre sostanze che creano problemi legati alla loro tossicità. Quando i rifiuti sono ridotti in cenere, chi può dire chi li ha prodotti? Gli ultimi 150 anni hanno visto una progressiva "tossificazione" del flusso dei rifiuti con metalli pesanti, radionuclidi e molecole alogenate sintetiche. E’ ora di iniziare ad invertire la tendenza e certo non lo faremo continuando ad incenerire i rifiuti.

* medico, membro del Comitato tecnico giuridico dell'Osservatorio. L'articolo "Incinerators and their Health Effects - June 2006-06-15" e' di Juliet Duff, Irish Doctors Environmental Association (IDEA)

venerdì 4 aprile 2008

Nessun pericolo

Vista l'autorizzazione della Provincia e che anche l'ASL di Valcamonica Sebino si è dichiarata favorevole all'inceneritore di Sellero, ricordiamo a lor signori la presa di posizione di ISDE Italia (Associazione Medici per l'Ambiente, http://www.isde.it/) in merito alle affermazioni del Prof.Veronesi alla trasmissione "Che tempo che fa".


Ricordiamo inoltre che contro gli inceneritori si è espressa anche la Federazione dei Medici Francesi (ed ecco che i francesi han pensato bene di venire a costruirseli da noi...)


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"L'Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia, che annovera tra i suoi membri anche alcuni tra i principali epidemioliogi italiani, non ritiene scientificamente valida l'affermazione dell'assenza di rischi legati alla presenza di incerneritori, così come rilasciata dal Prof. Veronesi nel corso della trasmissione televisiva del 20 gennaio u.s "Che tempo che fa". Molti studi epidemiologici hanno infatti dimostrato il contrario. Anche il recente documento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in materia di impatto sulla salute della gestione dei rifiuti (http://www.euro.who.int/healthimpact/MainActs/20070228_1), assume l'incertezza scientifica per definire una posizione prudenziale. Peraltro messaggi totalmente tranquillizzanti di questo tipo rischiano di screditare tutto il Sistema Sanitario Nazionale e di mettere in crisi il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni."

giovedì 3 aprile 2008

Autorizzazione provincia

In data 18 marzo 2008, il direttore Dott.Carlo Maria Davini dell'Area Ambiente della Provincia di Brescia, Ufficio Energia, rilevato che:
- la Comunità Montana, il Comune di Sellero, il Comune di Paisco Loveno hanno espresso parere favorevole;
- il Comune di Capodiponte ha espresso parere non favorevole;
- il Comune di Paspardo, il Comune di Berzo Demo ed il Comune di Cedegolo han dichiarato di conformarsi a quanto deciso dalla Provincia, dall'ARPA e dall'ASL;
- l'ARPA e l'ASL hanno espresso parere favorevole;
dispone
- di autorizzare la società TSN srl alla realizzazione di una modifica all'impianto per la produzione di energia elettrica e calore da fonti rinnovabili (oltre alle biomasse vergini i rifiuti non pericolosi)
- di dare atto, altresì, che prima di poter esercitare l'attività la ditta dovrà espletare la procedura di verifica di assoggettabilità alla VIA ed eventualmente la VIA