« Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale » (Lorenzo Tomatis)

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martedì 11 novembre 2008

Segnali di fumo da... Roma

SEQUESTRATO INCENERITORE DISCARICA ROMA
ROMA - E' bufera sulla discarica di Malagrotta, a Roma, dove i carabinieri del Noe hanno messo i sigilli al nuovo gassificatore che tra due giorni doveva essere inaugurato. L'impianto era privo della certificazione di prevenzione incendi, sottolineano i carabinieri del Noe al termine del sopralluogo.

A disporre il sequestro è stato il Gip di Roma Marina Finiti, e a condurre gli accertamenti il procuratore aggiunto Achille Toro e il Pm Simona Maisto. Due le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta: sono il presidente del Consorzio laziale rifiuti che gestisce Malagrotta, Manlio Cerroni e il suo vice, responsabile dell'impianto Francesco Rando. Sotto accusa è l'iter per l'autorizzazione dell'impianto: i carabinieri del Noe hanno acquisito alla Regione Lazio tutta la documentazione relativa all'opera.

Dure le accuse del Gip per il quale, secondo quanto scritto nel dispositivo di sequestro, "sussiste un fondato pericolo che la prosecuzione dell'attuale esercizio dell'impianto e la libera disponibilità di cose pertinenti al reato possa agevolare o protrarre le conseguenze del reato" essendo "l'impianto in totale carenza dei requisiti di legge". Secondo il Gip inoltre vi sono anche pericoli in quanto il gassificatore è "nelle immediate vicinanze dei siti pericolosi e in particolare di una raffineria e di un deposito di Gpl". I sigilli al gassificatore, primo di una linea che secondo il piano rifiuti della regione prevede tre impianti, riaccende la polemica politica su un'opera contestata da comitati di cittadini, la destra e anche Rifondazione e Verdi.

A difendere l'operato della Regione Lazio è stato fra i primi l'assessore regionale con delega ai rifiuti, Mario De Carlo secondo cui il gassificatore sequestrato "é in esercizio provvisorio ed è in funzione da agosto e lo sarà fino a febbraio, un lasso di tempo che doveva servire anche per la messa a norma di tutte le procedure". Ma per il sindaco Alemanno, ancora in Polonia per il viaggio della Memoria con gli studenti delle scuole romane, "bisogna uscire dalla logica dei monopoli privati" e soprattutto "vigilare perché si faccia chiarezza". Anche lo stesso presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, già commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, chiosa: "Ora c'é una sola cosa da fare, mettersi in regola".

I sigilli del gassificatore però, stando alle rassicurazione del sindaco e del presidente della Regione, non creeranno un'emergenza Campania: la discarica non è sequestrata, anzi i magistrati hanno concesso che i lavori per la messa in sicurezza proseguano e il cantiere rimarrà comunque aperto.

Si difende invece l'indagato eccellente, Manlio Cerroni, presidente del Co.la.ri (Consorzio rifiuti Lazio) che gestisce la discarica: "il provvedimento di sequestro è frutto di una non corretta interpretazione della normativa di riferimento da parte dell'autorità giudiziaria, l'impianto era in pre esercizio e il previo conseguimento del Certificato prevenzione incendi sono necessari soltanto per l' esercizio dell'attività previsto dal 1 gennaio 2009".

Ma proprio per al carenza delle norme antiincendio, per l'accusa, l'opera non sarebbe potuta andare in pre esercizio. Per questo i due indagati sono accusatio di violazione delle norme del decreto legislativo in materia di tutela e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

(da www.ansa.it del 11-11-2008)

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