« Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale » (Lorenzo Tomatis)

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lunedì 15 ottobre 2007

Paese che vive o paese che muore?

Ambrogio Lorenzetti, La città ideale: il buongoverno


È la domanda proposta per stimolare alla riflessione e al dialogo gli abitanti di Sellero/Novelle.
Dal canto nostro possiamo osservare che i paesi vitali sono luoghi in cui:
· Per strada vedi persone che si recano qui e la per le attività quotidiane trovando nel proprio paese la risposta alle loro esigenze e gli spazi per muoversi
· Agli abitanti sono proposti molteplici momenti di aggregazione, di incontro e di dialogo su argomenti vari (non solo calcio per intenderci)
· Gli abitanti possono usufruire di tanti servizi
· Agli abitanti vengono proposti stimoli formativi, sociali e mentali
· Gli abitanti possono accedere a negozi di vario tipo (mercerie, macellerie, abiti, pelletterie etc)
· I servizi socio-sanitari sono a disposizione di tutti
In un paese che muore invece:
· Le persone per strada sono poche
· Alle persone vengono proposte sempre le solite cose (soggiorni climatici, gitarelle etc.)
· Gli abitanti per usufruire di servizi (anche i più semplici) devono sempre ricorrere ad auto, pulmini etc.
·
ArtisticaMente: Ambrogio Lorenzetti, La città ideale: il buongovernoNon esistono proposte con stimoli formativi, sociali e mentali
· La presenza di negozi è limitata
· I servizi sociali sono dispensati solo ad alcune persone
Nei paesi di Sellero e Novelle:
· Le persone per strada sono poche
· Alle persone vengono proposte sempre le solite cose (soggiorni climatici, gitarelle etc.)
· Gli abitanti per usufruire di servizi, anche per un prelievo bancomat, (forse gli unici paesi in vallecamonica a non averne sono Sellero e Novelle) devono sempre ricorrere ad auto, pulmini etc (treno escluso ovviamente perché per poterlo utilizzare devi saperlo già dal giorno precedente al possibile utilizzo e prenotare la fermata altrimenti fischi tu e non il treno)
· Rare son le proposte con stimoli formativi, sociali e mentali
· Pochi sono i negozi presenti e, come se non bastasse, si tenta di insediarne uno che altro non sarebbe che la ripetizione di quelli presenti in paese. Ricordiamo che anche l’andare a prendere il pane nei piccoli negozi è un momento di aggregazione e che, col rischio che anche questi chiudano, le persone del centro storico non avranno più motivi per uscire di casa ed incontrarsi. Anche il dispensario ha preso il volo per la Scianica, ma un conto è l’andare di persona, a piedi, nel proprio paese, chiedendo anche consigli al Farmacista e un conto è affidare le ricette ad una cassetta anonima per avere poi i pacchetti di farmaci da persone che hanno fretta di fare il giro perché devono portare a termine anche altre attività (speriamo che almeno la privacy sia garantita). Riteniamo inoltre che, se i negozi sono gestiti da società, i soldi ricavati non sono investiti nei paesi, mentre se sono gestiti dai singoli i soldi possono essere investiti sul posto (es: per costruirsi la casa) procurando così lavoro a catena a chi vende mobili, serramenti, cemento etc.)
· Dopo le grandi opere non è forse utile eseguire un “ripristino ambientale” facendo le piccole cose che potrebbero rendere più vivibili i nostri paesi?
· Esistono tratti di strada con marciapiedi che permettano ai cittadini di fare delle passeggiate senza rischiare di essere investiti dalle auto? Anche qui ci si potrebbe incontrare non vi pare?
· La dignità individuale dei cittadini è rispettata anche con questi accorgimenti che permettono momenti di incontro e confronto tra le persone.

1 commento:

SELLERESE ha detto...

per me è un paese che muore, avete assolutissimamente ragione, continuate così, a sellero non c'è niente, servirebbe almeno il bancomat, la farmacia in paese e alcune manifestazioni o feste, non sempre le solite stupidate...continuate così e W SELLERO....